A cura della Pro loco di Pandino

Gradella

E' un borgo ove pare che il tempo si sia fermato. Si presenta con case rurali dipinte in giallo con profili rossi, inframmezzate da spazi tenuti a prato. 
Gradella apparteneva a famiglie di feudatari, era inserita nei possedimenti della famiglia Landriani, dai quali passò nel 1632 a Francesco Capra, per essere data nel 1692 al conte Girolamo Maggi. 
Il paese ha origini più antiche, essendo nominato in un documento del 1155 in cui si ricorda l'esistenza di un castello, ed un altro del 1186, con il quale Federico Barbarossa concede ai milanesi alcuni edifici situati tra l'Adda e l'Oglio. 
A questo periodo risale la notizia della presenza di alcune chiese, che non hanno lasciato traccíal tranne che nella duplice dedicazione della Parrocchiale alla S.S. Trinità ed a S. Bassiano, la chiesa fu costruita nel 1895.

La località fa parte dell'associazione de" I borghi più belli d'Italia".

Cenni storici

La origini di Gradella risalgono al periodo alto medioevale (probabilmente tra l'VIII e il IX secolo) e doveva trattarsi di un presidio longobardo munito di un castello probabilmente abbatutto nel XIII secolo.

L'antico toponimo di Gardella, sembra, infatti, riferirsi a un posto di guardia, forse un castrum fortificato.

Il primo riferiemento scritto in cui compare il nome di Gradella è, tuttavia, del 1186 quando Federico Barbarossa concede a Milano vari possedimenti, tra i quali figurano Gradella, Pandino, Agnadello e Rivolta.

Successivamente, con il trattato di pace tra Lodi e Milano del 1198, i milanesi consegnano ai lodigiani le giurisdizioni civili e criminali sulla circoscrizione ecclesiastica di Lodi, che comprendeva anche Gradella che passerà sotto il controllo della Diocesi di Lodi.

Nel 1442 la metà lodigiana del territorio di Gradella (Gradella Inferriore) entrarà a far parte, con Spino d'Adda e Nosadello, di un feudo concesso alla famiglia milanese dei Landriani. L'altra metà, (Gradella Superiore), rientra nel territorio del Ducato di Milano e farà parte del Feudo di Pandino, che passa nelle mani delle famiglie Visconti, Sforza, Sanseverino, Duarte, e infine alla famiglia dei marchesi d'Adda.

A partire dal 1558 Onofrio Maggi, membro di una nobile famiglia bresciana, ma residente a Milano dove svolgeva il ruolo di cancelliere e capitano di giustizia, iniziò ad acquistare terreni nella zona di Gardella.

Nel 1692 Il marchese d'Adda e il signor Capra (la cui famiglia aveva rilevato il feudo di Spino d'Adda, Gradella e Nosadello nel 1637) rimettono i loro possedimenti in Gradella Superiore e Inferiore alla Regia Camera Ducale di Milano.

Il 24 aprile di quello stesso anno, essendo la famiglia Maggi divenuta oramai proprietaria del borgo (a quell'epoca abitato da 49 famiglie), dove aveva fatto erigere la villa padronale, e dei terreni circostanti, Girolamo, discendente, di Onofrio, ottenne l'investitura da parte del re Carlo II di Spagna (sotto la cui giurisdizione ricadeva anche il Ducato di Milano) del Feudo di Gradella con il relativo titolo di conte.

Nel 1705 la località fu saccheggiata e gravemente danneggiata dalle truppe francesi che si opponevano agli austriaci guidati dal principe Eugenio di Savoia nell'ambito della Guerra di successione spagnola, per cui è a dopo questa data che risale l'impianto urbanistico attuale.

A seguito di tale conflitto, il Ducato di Milano diverrà dominio austriaco e, in base alla compartimentazione della Lombardia austriaca, Gradella diverrà un comune appartenente alla provincia di Lodi.

Nel 1796 il borgo sarà testimone del passaggio di Napoleone Bonaparte, allora generale della Prima Repubblica Francese, che qui si riposò prima della battaglia di Lodi combattuta contro gli austriaci.

In età napoleonica (1809-16) Gradella fu frazione di Pandino, recuperando l'autonomia con la costituzione del regno Lombardo-Veneto.

All'Unità d'Italia (1861) il paese contava 359 abitanti. Nel 1868 Gradella, assieme a Nosadello, fu aggregata al territorio del Comune di Pandino.

Negli anni trenta la proprietà di Gradella passo al conte Aymo Maggi, celebre per essere stato uno dei creatori e organizzatori della Mille Miglia, il quale dedicò molte attenzioni al borgo e ai suoi abitanti facendo costruire le scuole, l'asilo, l'acquedotto, i bagni pubblici e il campo sportivo.

Durante il Secondo conflitto mondiale il borgo fu in parte utilizzato come campo di detenzioni per soldati inglesi e del Commonwealth che venivano impegnati nella lavorazione dei campi.

Nel 1944 la villa padronale venne requisita dal comando germanico di Cremona e utilizzata per un certo periodo come quartier generale dal Generale Graziani, comandante delle forze armate della Repubblica Sociale Italiana, che vi s'incontrò con Mussolini, e il Feldmaresciallo Kesselring.

Nel 1982 la contessa Camilla Martinoni Caleppio, vedova del conte Aymo Maggi, cedeva tutte le proprietà possedute a Gradella, cessando così la secolare presenza della nobile famiglia nel borgo.

Monumenti e luoghi d'interesse

Villa Maggi

L'edificio sviluppato nel XVII secolo su di un fabbricato preesistente del XVI secolo,  subì modifiche nei secoli successivi e oggi rivela un aspetto ottocentesco. Inserito in un vasto parco, attraverso gli alberi, mostra una facciata divisa in quadrettature con un grande porticato inferiore.

Chiesa parrocchiale

La chiesa parrocchiale della Santissima Trinità e San Bassiano